I piedi danno problemi a tutte le età: le unghie incarnite si riscontrano anche nei bambini, negli adolescenti; l’alluce valgo affligge sempre più spesso giovani signore trentenni o poco più.

Ma  dopo i sessanta, settant’ anni il problema “piede” non solo diventa più serio e complesso, ma finisce per interessare una percentuale altissima di persone, specie di donne.

Ciò, sia in relazione al processo di invecchiamento che per l’esistenza di diverse condizioni patologiche come, ad esempio, la ridotta vitalità, i deficit circolatori, le lesioni da traumi accidentali.

Né vanno dimenticati gli stati morbosi veri e propri, di natura sia degenerativa che infiammatoria, e la torbidità nei processi di guarigione delle lesioni superficiali.

Peraltro, la patologia del piede ha avuto fino ad oggi un rilievo minore rispetto alle altre parti del corpo umano, perché solo raramente è causa di mortalità.

Ciò, anche se nel piede si localizzano frequentemente cause di invalidità.

Inoltre, è ben noto a tutti che, in ragione delle connessioni anatomiche e funzionali del piede e della sua stessa funzione, molti segni iniziali di malattia sistemica si manifestano in prima istanza a questo livello.

D’altra parte, se non si interviene in tempo, le patologie dei piedi finiscono per avere notevoli riflessi sulla funzionalità dell’intero organismo e naturalmente sulla deambulazione che consente alla persona anziana lo svolgimento autonomo degli atti della vita quotidiana indispensabili per mantenersi inseriti nella comunità sociale. Ecco perché bisogna fare tutto il possibile per prevenire stati morbosi capaci di limitare la deambulazione.

In particolare vanno eliminate le alterazioni primitive del piede, per evitarne la cronicizzazione e la conseguente perdita dell’autonomia.

Inoltre, molta attenzione deve essere posta per limitare le probabilità di caduta che occupano uno dei primissimi posti tra le cause di morte o di invalidità dell’anziano.

Infatti, molti e vari sono i disturbi ed i meccanismi che, con diverse modalità, possono determinare la caduta dell’anziano: vertigini, deficit di coordinamento neuromuscolare, deficit visivo, debolezza agli arti inferiori spesso causato da terapie, turbamenti emotivi, passi falsi, barriere architettoniche.

Non bisogna naturalmente dimenticare le comuni lesioni del piede, tali da turbare la capacità di funzione, di adattamento e di reazione dell’organo e del sistema complesso in cui esso è inserito.

Articolazioni infiammate, atrofia da disuso, osteoporosi, lesioni del quadricipite possono contribuire al quadro patogenetico di una caduta.

Tali condizioni, inoltre, possono essere accentuate da lesioni dolorose del piede o che comunque, rendendo dolorosa la deambulazione, predispongono alla caduta.

Negli Stati Uniti è stato accertato che le cadute rappresentano la quarta causa prevalente di mortalità fra gli anziani, preceduta soltanto dalle lesioni cerebro-cardio-vascolari e dai tumori.

La stessa indagine ha evidenziato come, sebbene anziani ultra sessantacinquenni rappresentino il 10% della popolazione, in questo gruppo di età si registra il 30% di tutte le morti accidentali ed il 22% delle cadute comportanti allettamento permanente per invalidità.

Si deve poi considerare l’alto costo derivante alla collettività per l’assistenza sanitaria ed ospedaliera dovuta a questi eventi patologici a lungo decorso.

Ma vediamo come l’anziano può conservare in buona salute i piedi.

A parte la cura di vere e proprie patologie di stretto interesse medico è bene che l’anziano rispetti alcune basilari norme igienico-sanitarie. In particolare, i piedi vanno lavati ogni giorno in acqua tiepida usando sapone leggero.

Occorre poi provvedere ad asciugarli con un asciugamano morbido.

Se i piedi sudano eccessivamente vanno frizionati delicatamente con soluzioni e polveri specifiche.

I piedi poi, quando è possibile, vanno esposti all’aria ma mai alla pioggia o troppo a lungo alla luce solare o all’acqua calda. Occorre inoltre evitare di esporli al freddo intenso.

Ma, cosa forse più importante, è che l’anziano non rinunci mai per pigrizia ai salutari quattro passi.

I piedi sono fatti per camminare, chi rinuncia ad usarli non solo peggiora la loro salute ma rischia di compromettere le condizioni generali dell’organismo.

Occorre poi fare attenzione ai calli. E’ veramente pericoloso eliminarli con rasoi, temperini e altri strumenti.

In questi ed in altri casi (unghie incarnite od ispessite) è bene ricorrere ad un podologo; questo operatore è in grado di svolgere un ruolo insostituibile nella cura dei piedi sia in modo autonomo che affiancando il medico specialista.

In ogni caso non va dimenticato che le scarpe hanno una grossa responsabilità nell’evoluzione delle più frequenti patologie dei piedi.

La scarpa ideale deve essere anatomica, cioè conformata alla forma del piede, senza punte strette e con tacco che non superi i sei centimetri.

I tacchi alti infatti provocano l’alluce valgo, calli, duroni, esagerata lordosi lombare, cifosi compensatoria, addome protuberante, dolore al basso dorso e inoltre, instabilità nella deambulazione con pericolo di cadute e quindi di fratture.

Per assicurare la massima igiene le calze devono essere cambiate ogni giorno.

L’Ortopedia Cossia offre tutto ciò che serve per mantenere in ottima salute i piedi dell’anziano: un ampio assortimento di calzature comfort, calzature con un plantare anatomico confortevole, prodotti per l’igiene e la cura del piede, la presenza del PODOLOGO per il trattamento di callosità, unghie ispessite e/o incarnite, lesioni ulcerose da deficit circolatorio ed il TECNICO ORTOPEDICO per la realizzazione di plantari ortopedici su misura ed, all’occorrenza, per la realizzazione di calzature ortopediche su misura.

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